venerdì 1 aprile 2016

Intolleranze alimentari: dimmi come mangi e ti dirò chi sei!

Negli ultimi anni si fa un gran parlare di intolleranze alimentari .
L’intolleranza, a differenza dell’allergia che si presenta in modo violento e pressoché immediato, agisce in modo subdolo, in tempi non strettamente legati al momento di assunzione di un certo alimento o elemento.
Si tratta di una reazione avversa che genera effetti specifici e personalizzati, riscontri che nel loro ripetersi fanno pensare a “qualcosa che ci ha fatto male”.
Similmente all’allergia si tratta di una reazione eccessiva che provoca risposte antipatiche da parte del nostro organismo.


Perché siamo “intolleranti”?

La foglia che scorre in un corso d’acqua non procede sempre in discesa lineare verso il mare, essa incontra ostacoli, salti, pendenze differenti, affluenze, ecc.. si lascia andare allo scorrere dell’acqua. La  nostra esperienza di vita sperimenta lo stesso scorrere in un percorso più o meno accidentale nel quale, l’approccio del singolo, determina risposte e riuscite differenti.

A prescindere dal tipo di intolleranza, la domanda di partenza dovrebbe essere “Perché sono intollerante?” Eppure altri non lo sono, oppure palesano differenti intolleranze o allergie.

L’essere umano e il suo organismo vivono in stretto contatto in un ambiente fatto di persone, animali, situazioni familiari e sociali, ambienti lavorativi che fanno di noi un “sistema complesso” che viene fortemente influenzato da ogni input (=esperienza) che venga introdotto.

Alcune persone “ipereagiscono”, altre al contrario non mostrano mai segni di fastidio nei confronti del mondo circostante. Tale modalità di risposta vale anche per il nostro intestino che è ormai da tempo definito “il secondo cervello”.
Fisiologicamente nell’intestino viene fatta la scelta fra ciò che è buono e va introdotto nell’organismo e ciò che invece è una sostanza da scartare. L’ecosistema più complesso che esiste è proprio il microbiota gastrointestinale, insieme dei microrganismi che vivono nel tubo digerente, ed è pari a 6 volte il numero totale delle cellule che costituiscono l’intero essere umano. La costituzione e varietà di queste colonie di batteri (500 specie differenti) dipende dal funzionamento dell’apparato gastrointestinale e dalla qualità e quantità del cibo che viene introdotto.

Le colonie di batteri garantiscono la biodisponibilità di alcuni nutrienti, sintetizzano le vitamine, sostengono la peristalsi, supportano  la metabolizzazione delle calorie e regolano la risposta del Sistema Immunitario aumentando o diminuendo la difesa generale del nostro organismo.

I recenti studi della PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia) sostengono che la flora batterica presente nell’intestino incida direttamente sugli stati d’animo e comportamenti umani stimolando a livello intestinale sostanze che, raggiunto il cervello, lo condizionano stabilendo reazioni di risposta in  iperfunzione (agitazione, disattenzione, insonnia, nevosismo, ecc..) o ipofunzione (depressione, scoraggiamento, svogliatezza, chiusura, scarsità di memoria, ecc...).

Il microbiota, ma possiamo anche dire l’essere umano,  è fortemente influenzato da quello che viene introdotto a partire dal tipo di allattamento, dallo svezzamento e infine dall’alimentazione quotidiana.

Alimentare male il “sistema complesso uomo”  genera disbiosi, ovvero alterazioni nelle colonie dei batteri che tendono naturalmente a coesistere in modo sinergico.

Una  condizione avversa come ad esempio l’abuso di antibiotici e farmaci, stress psicofisico, squilibri o eccessi dietetici, sedentarietà, stile di vita e abitudini errate, e un’alimentazione monotematica e carica di tossine, possono provocare una risposta di disagio, che spesso viene attibuita ad altre cause,  che si riflette in molteplici ambiti:

  • Stanchezza e malessere generale
  • Pesantezza e gonfiore, difficoltà digestiva, colite o stitichezza
  • Riniti, asma , congiuntiviti
  • Irritazioni cutanee, dermatiti, dermatosi, eczemi, psoriasi
  • Insonnia e irritazione, ansia, depressione
  • Aumento del peso non giustificato
  • Ritenzione idrica
  • Squilibri metabolici (es.aumento del colesterolo)
  • Fanere deboli (unghie e capelli)



L’intolleranza alimentare di norma scompare se l'elemento che scatena la risposta non viene più assunto, tuttavia è molto facile che ricompaia se si riprende l’assunzione regolare. L’ideale è effettuare una sospensione temporanea e, successivamente, effettuare una introduzione lenta e distanziata nel tempo.

Le intolleranze piu comuni sono dovute ad un’eccessiva introduzione di certi alimenti: latte e derivati, farina e zucchero raffinato, lieviti, glutine, solanacee (pomodori, peperoni, patate e melanzane), additivi chimici, coloranti e conservanti, ma anche l’eccesso di proteine animali e l’assenza di alimenti sani come frutta e verdura possibilmente freschi e biologici, comportano l’insorgere di intolleranze.

Un'alimentazione e stile di vita naturale, drenare e depurare con il supporto di nutraceutici o integratori specifici e mirati, possono garantire un microbiota fisiologico sano in grado di mantenere in buona salute tutto l’organismo.


Con il test kinesiologico, basato sulla rilevazione della modificazione del tono muscolare, è possibile valutare un segnale di sensibilità nei confornti dell’alimento o sostanza testata. È un test semplice e ripetibile e non presenta controindicazioni. La variazione della tenuta o perdita di tono muscolare evidenziano cosa è bene sospendere e per quanto tempo è necessario evitarne l’introduzione. È bene effettuare il test a distanza dai pasti e, per facilitare la “lettura” del risultato , essere ben idratati con abbondante acqua naturale.


Come diceva Ippocrate nel 400 a.C.: "Fa' che il Cibo sia la tua Medicina e che la Medicina sia il tuo Cibo" e, secoli dopo, il filosofo Feuerbach: ”Noi siamo quello che mangiamo”. È sufficiente fare una breve esperienza, modificando anche solo parzialmente il nostro modo di mangiare, per dare ragione a Ippocrate e Feuerbach e riscontrare nella pratica che il cibo influenza non solo il fisico ma anche la coscienza ed il modo di pensare.



Dimmi come mangi e ti dirò chi sei!